Poco meno di 15 milioni di anni fa non molto lontano da qui, nella zona oggi chiamata di Nördlingen nel cuore dell’attuale Baviera, si abbatté un grosso meteorite. Nessuno di noi era ancora là per verificarlo ma è stato calcolato che il botto si sarebbe potuto sentire distintamente su tutto il pianeta. I livelli di pressione e calore sprigionatisi dal tremendo impatto sarebbero equivalenti a quelli che oggi svilupperebbero oltre un milione di bombe atomiche, del tipo quella sganciata su Hiroshima, fatte esplodere simultaneamente. Le energie in gioco furono tali che ebbero come prima conseguenza quella di trasformare in circa 80 mila tonnellate di microscopici diamanti un locale deposito di grafite con i quali impolverarono la zona. I diamanti anche se inutilizzabili per la risibile dimensione sono tutt’oggi rinvenibili ben mescolati a quel terreno.

Le stesse energie fusero i materiali dei corpi in collisione catapultando nell’atmosfera una miriade di piccole schegge vetrose. Per effetto della traiettoria piuttosto obliqua del meteorite in picchiata, le schegge furono scagliate quasi unidirezionalmente ad oltre 200 chilometri di distanza raggiungendo la valle del fiume Mòldava, parte dell’odierna Repubblica Ceca. Qui ricaddero in quantità sparpagliandosi al suolo.

Questi frammenti dalla caratteristica superfice minutamente corrugata, dovuta al repentino raffreddamento per la frizione con l’atmosfera, presentano un intenso color verde oliva ancor più apprezzabile se osservati in trasparenza e prendono il nome dalla zona di ritrovamento. Moldaviti appunto.

Non si riscontra niente di simile altrove. Normalmente il materiale meteoritico, pur nella sua varietà, ha consistenza ferrosa, denso oppure spugnoso all’aspetto e solo colori opachi o semilucidi che vanno dal marrone scuro a varie tonalità di grigio fino al nero assoluto. Neppure tra le Tektiti, alla cui famiglia la Moldavite è associata per analogia di origine possiamo trovare qualcosa di paragonabile al valore estetico della Moldavite. Questo unitamente alla sua rarità l’ha resa fin da subito molto apprezzata.

I frammenti, che raramente superano i 20 grammi, hanno una vocazione innata per diventare, già così come sono, esclusivi pendenti. Opportunamente selezionati e tagliati si prestano ai più svariati utilizzi ornamentali potendo assumere anche consistente valore. Il diadema in platino con Moldaviti, diamanti e perle nere regalato dal Governo Svizzero alla regina Elisabetta II in occasione del decimo anniversario della sua incoronazione o, più recentemente, il rosario di Moldaviti sfaccettate omaggio dell’intero Popolo Cecoslovacco prima della sua scissione a papa Giovanni Paolo II ne sono buoni esempi.

La Moldavite combina materiale terrestre ed extraterrestre, una valenza cosmica che nessun altra gemma può vantare.

Non voglio cedere alla tentazione di accennare alle innumerevoli qualità taumaturgiche e terapeutiche attribuite, a torto o a ragione, a questo “non minerale”. Per descriverle occorrerebbe ben di più dello spazio qui disponibile ma non possiamo non restare comunque affascinati nel possedere la testimonianza, speriamo non replicabile, di un così grandioso avvenimento; un concentrato di universo… appeso al nostro collo.

@Marcello Parrini (2011)

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